siamo rimasti fermi
3 giorni nella tranquilla cittadina di Roque Saenz Pena per la pioggia, visto che l’accesso al parco e’ su
di una pista di terra e’ più prudente aspettare che sia asciutta e quindi
transitabile.
Il Parco Nazionale
del Chaco occupa una superficie di circa 14.980ettari di territori umidi del
Chaco Orientale e nasce nel 1954
a protezione della fauna locale e della flora come ad
esempio degli alberi chiamati “quebracho” (ne esistono diverse specie) che a
fine 1800 furono vittima di una devastazione umana quando venne scoperto che
l’albero conteneva il tannino usato per conciare il pellame del bestiame.Questo esemplare di
quebracho colorado ha circa 900 anni.
Natura.
Natura.
Il Chaco oltre che
a dare il nome a questo bel parco e’ una regione con amplia superficie di
savana, boschi aridi, umidi e spazi per la coltivazione ed occupa una gran parte
dell’Argentina, Bolivia, Paraguay ed una piccola parte del Brasile raggiungendo
circa 100milioni di ettari tra i 4 paesi. Questa grande zona accoglie le piogge
provenienti dall’Atlantico che sono disuguali sul territorio creando quindi aree
con climi diversi che vanno dall’umido al semi arido e all’arido; questo fa si
che la fauna e la flora cambino a seconda del clima.
Nido dei pappagalli
verdi e grigi chiamati “cotorra”, vivono in gruppi sono molto chiassosi ed
ovviamente difficili da fotografare, notate la grande entrata del nido.
Continua la nostra
caccia fotografica nei boschi alla ricerca di animali, ma ahime’ non sempre si
incontrano.. meno male però ci sono le impronte che ci dicono esserci!
Laguna “Panza de
Cabra” ricoperta di verde ma piena di acqua e di caimani, qua Carmen e’ alla
ricerca di caimani e uccellame.
Bell’incontro nel
parco con Paolo ed Ana argentini di Neuquen Patagonia: lui guida alpina e lei
kinesiologa.
Bellissimo. Grazie del racconto. Ciao ciao
RispondiEliminaBravi mi fate sognare a occhi aperti..un caro saluto e un forte abbraccio..qui temporale sigh!
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