Hola Amigos,
da questo piccolo
paradiso considerato la terza palude più grande del Sud America, dopo il
Pantanal brasiliano e l’Ibera’ argentino entrambi visitati nel 2013.
Il Banado La Estrella
occupa circa 400.000
ettari di territorio e si estende da nord a sud tra i 10
ed i 20km e da ovest a est per circa 300km, da circa 60 anni il rio Pilcomayo
ha incrementato la sua portata di acqua e verso gennaio/febbraio esonda dal proprio alveo bagnando una vasta zona
limitrofa formando lagune con abbondante fauna e pesca; questo fenomeno accade
sempre più spesso nella parte ovest del fiume causando allagamenti sempre più
ampi in direzione nord ovest (verso la foce del fiume).
La zona immersa nella
laguna e’ attorniata da una barriera naturale di terrapieno per impedire
l’esondazione e quindi la distruzione dei villaggi limitrofi durante la
crescita dell’acqua del fiume Pilcomayo.
Il fenomeno di
esondazione avviene per 6 mesi all’anno quindi circa da febbraio ad agosto,
mentre nei restanti mesi incredibile ma vero quasi tutta la laguna si secca
diventando un terreno normale dove viverci, lavorarci e terreno con pasto per
gli animali, questa e’ la pista dove transitano le auto nel periodo di secca.
La popolazione che
vive nel “banado” e’ di circa 20.000 abitanti ed e’ principalmente composta da
2 gruppi: gli aborigeni primi abitanti del luogo ed i criolli insediatisi
qua discendenti dei coloni spagnoli.
Ci sono due
possibilità di vedere il “banado”: in auto percorrendo la strada provinciale n.
28 che taglia in verticale la laguna,
immaginate di guidare con acqua da entrambe le parti, flora verdissima e
abbondante avifauna in continuo movimento.. uno spettacolo.
Di parere diverso però
sono i proprietari terrieri della zona che hanno intentato una battaglia legale
contro lo stato argentino perché a causa dell’innalzamento della strada (a
seguito di continue inondazioni) i loro terreni sono stati completamente
inondanti ed hanno perso quindi casa,
coltivazioni e bestiame.
La seconda opzione
per visitare il “banado” invece e’ percorrere una pista di terra di circa 60km,
impraticabile in caso di pioggia, e raggiungere l’isolato villaggio di Fortin
Soledad abitato da circa 90 famiglie; ovviamente noi abbiamo visto entrambe le
opzioni e nella seconda siamo stati accolti da tutto il villaggio con molto
affetto e incredulità di come due “stranieri” potessero arrivare fino qua e per
fare che cosa? Qua non esistono strutture ricettive e solo ora si inizia a pensare
al turismo ma manca tutto ed i soldi non ci sono, quindi c’e’ molta perplessità.
Il problema principale rimane però la pioggia che ogni volta rende la strada
impraticabile impedendo a qualsiasi mezzo di spostarsi: noi fortunatamente la
percorreremo quasi asciutta sia all’andata che al ritorno.
Dal villaggio ci si
inoltra nella laguna con delle piroghe spinte a remo, un po’ come la gondola,
ed il paesaggio diventa proprio un paradiso di colori e suoni, noi visto il
tempo instabile aspetteremo ben 4 giorni prima di riuscire ad andarci, questo
e’ il nostro punto tappa.
Nel frattempo ne
approfittiamo per conoscere un po’ gli abitanti e le abitudini del villaggio:
Carlos la nostra preziosa guida durante la nostra
permanenza la’, conosce tutta la avifauna presente in zona e ci accompagnerà in
laguna, qua e’ in compagnia del pesce “dorado” che all’indomani ci cucinerà
alla griglia.
Carmen ci fa vedere
come prepara il pane nel suo mitico forno di mattoni e fango.
Silvia la
panettiera ambulante che si alza presto alla mattina per preparare il pane e
poi lo consegna di casa in casa col motorino.
Gustavo e 2 dei
suoi 10 figli, la finestra bancone del suo supermercato.
Alla sera quando le
capre ritornano a casa vengono radunate tutte in un piccolo recinto e dopo attenta
scelta (caspita per me impossibile!) i capretti appena nati vengono dati alle
rispettive mamme per allattarli; pensate che la Signora si ricorda ogni
capretto a chi appartiene ed e’ in grado di accoppiarli quasi perfettamente.
Nostro primo
incontro con la tarantola, incredibile di quanto sia grande e pelosa!
Questo paese e’
anche conosciuto per l’allevamento sano dei maiali: vivono tranquillamente per
la strada e spesso e volentieri bisticciano o tra di loro o coi cani, i maiali
vengono venduti in città e sono molto richiesti nelle feste per il famoso
spiedo di maialetto.
Facendo un giro nel
bosco abbiamo incontrato la temibile vipera “cascavel” la piu’ velenosa e
temuta nella zona, quando sente la presenza di qualcuno con la coda emette un
forte ticchettio per avvertire di non avvicinarsi a lei perché altrimenti
finisce male.
In questa laguna
vivono molti serpenti boa curiyu’ che non sono velenosi per l’uomo ma che sono
di dimensioni importanti: le femmine raggiungono una lunghezza di 4mt ed
arrivano a pesare dai 28 ai 30kg, mentre i maschi raggiungono una lunghezza
massima di 2,5mt e sono quindi più piccoli; ciò fa si che le femmine siano più
ricercate per il loro pellame che viene venduto in Europa per la fabbricazione
di borse e scarpe. Da qua la polemica di alcuni abitanti che ci raccontano di
come i rettili vengano soppressi senza alcun controllo equilibrato tra maschi e
femmine; sono i locali che cacciano i serpenti dietro una compensa di circa
20euro per ogni femmina catturata. Dietro a tutto questo c’e’ una fondazione a
protezione di questi animali e noi abbiamo dei seri dubbi che stia facendo bene il proprio lavoro.
Ecco la nonna
Virginia mentre cucina una torta di farina ed acqua in un tegame messo a
cuocere sotto le braci del fuoco, ci spiega che il tetto della sua capanna e’
gia’ stato sradicato 2 volte dal vento e che ora entra acqua.. che tristezza.
Incontro
ravvicinato con avvoltoi affamati di carogne.
E dopo 4 giorni di
attesa finalmente arriva una bella giornata di sole cosi possiamo fare la gita
in laguna coi nostri preziosi Carlos e Tito che faranno i gondolieri sulla
piroga.
Colori brillanti
della natura.
Su un tappeto verde
naturale (caspita Moa qua sarebbe il tuo posto… e’ tutto verde!)
Si avanza
lentamente tra colori e sottofondi di uccellotti canterini.
Sembra incredibile
ma ad agosto l’acqua indietreggia e tutto diventa secco, per la gioia degli
animali che durante la stagione bagnata soffrono parecchio per la mancanza di
cibo, qua un recinto che tra qualche mese sarà pieno di bestiame..
Strane forme
sembrano fantasmi.
Passiamo nel
“Puesto La Fortuna” dove scopriamo esserci un proprietario indegno che ogni
anno con l’arrivo dell’acqua abbandona qua per incuria il bestiame che muore o
e’ costretto al cannibalismo come nel caso di questi maiali che stanno
mangiando un loro simile.
Ed in ultimo un bel
tramonto.
Grazie di cuore a
Carlos che ha reso il ns piccolo soggiorno a Fortin Soledad davvero
interessante e grazie anche a tutti gli abitanti che ci hanno fatto sentire come a casa nostra.
Davvero che verde spettacolare!!! lo stavo proprio pensando prima di leggere il vostro commento ;-)
RispondiEliminaTra l'altro siete sempre più bravi a far foto, complimenti. spero solo che per la tarantola abbiate usate un buono zoom e che non foste x davvero a quella distanza!
Buon proseguimento ragazzi :-*
La foto l'abbiamo fatta senza zoom perche' era vicino ai nostri piedi, guidando sulla pista era in mezzo alla strada e quando ci siamo fermati per fotografarla si e' subito spostata tra l'erba... qua dicono non essere pericolosa ma noi non abbiamo avuto il coraggio di mettere il dito per farne risaltare la grandezza e' proprio enorme; pericoloso invece l'incontro con la vipera che se ti mordo ti uccide.
EliminaPartiti alla grande....veramente spettacolari foto ed emozioni.....G
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