martedì 16 giugno 2015

Parco Nazionale El Rey (reg. Salta) – ARGENTINA.


Laguna Pozo Verde perla del parco

Hola Amigos,
questo remoto parco creato nel 1948 con una superficie di 44.162 ettari protegge una parte della giungla (qua chiamata yungas) con la sua fauna caratteristica, qua il tapiro, i pecari’ (assomigliano ai cinghiali ma più piccoli) ed i cervi trovano un luogo ideale per vivere e riprodursi; vi e’ presente anche un’abbondante avifauna tra i quali 3 diverse specie di tucano che noi purtroppo non riusciamo a vedere. Originariamente qua c’era l’omonima estancia con circa 15.000 capi di bestiame e per un periodo la zona venne anche sfruttata per l’estrazione intensiva di legname; con la creazione del parco il bestiame e’ stato prelevato dal territorio ma non tutto, per l’impossibilita’ di perlustrare l’intera zona, ed ancor oggi i guardia parco gli danno la caccia per sopprimerli: dicono che mangiano il cibo degli altri animali e danneggiano la foresta. Il parco si raggiunge con una pista di terra di circa 50km e tra dicembre ed aprile causa violenti piogge i torrenti sono esondati distruggendo parte della pista e creando importanti smottamenti di terreno; il personale e’ stato evacuato in elicottero e l’accesso e’ rimasto chiuso per diversi mesi.; ora la pista e’ stata ripristinata provvisoriamente per permetterne l’accesso.
Albero secolare.
Albero gigante.
Abbiamo fatto diversi trekking nel parco, qua stiamo salendo nella giungla rigogliosa e verdeggiante.
Piacevoli incontri con gli animali ma il più bello e’ stato col tapiro: rientrando da un trekking verso sera lo abbiamo incontrato e fermi come statue lo abbiamo ammirato nella sua particolare bellezza, niente foto però il flash lo avrebbe spaventato.
Trekking sempre con gli stivali per fango onnipresente e guadi importanti da farsi in mutande, nella foto un gruppo di ragazzi di Salta conosciuti durante la gita.
Arrivati al parco veniamo subito avvertiti della presenza di zecche e se i primi giorni ne siamo immuni l’ultimo giorno abbiamo il corpo ricoperto delle bestiole, sono ovunque e camminano velocissime; in mutande e controllo minuzioso per la cattura degli animaletti con tanto di coltello per staccarle ed ucciderle. Aiutooo!!

mercoledì 10 giugno 2015

Cotone e carbone (reg. Chaco e Santiago del Estero) – ARGENTINA.



Hola Amigos,
bianco/nero = cotone/carbone
in questi giorni di trasferimento abbiamo incontrato sulla nostra strada immensi campi di cotone dove  proprio ora si sta facendo la raccolta.
Enormi macchine raccolgono il cotone nel campo per radunarlo in mucchi che verranno poi trasportati da camion stracarichi in fabbrica per la lavorazione.
Abbiamo visto per la prima volta anche questi forni per la produzione del carbone e incuriositi ci siamo fermati  per farci spiegare come funzionano: il forno viene riempito di legname e poi chiuso murando con mattoni le due porte laterali, si accende il fuoco dall’alto (dal camino) e si aspetta alcuni giorni che bruci la legna verso il basso; dopo diversi anni, come in tutti i mestieri, si acquisiscono le malizie e si capisce già dal colore del fumo quando il carbone e’ pronto, passeranno ancora alcuni giorni per il suo raffreddamento. Il titolare ci spiega che questo lavoro non ha crisi per il fatto che gli argentini “mangiatori di carne” usano molto il carbone per le grigliate, ma che in estate e’ molto pesante perché qua ci sono più di 50gradi e lavorare attaccati ai forni si cuoce.
Ed ora si va verso la regione di Salta al Parco Nazionale El Rey.

martedì 9 giugno 2015

Reserva Piguem N’Onaxa Meteorito El Chaco (reg. Chaco) – ARGENTINA.



Hola Amigos,
questa piccola riserva di circa 100 ettari nasce nel 1997 a protezione delle meteoriti ritrovate nella zona ed il suo nome significa campo del cielo chiamata cosi dagli aborigeni primi abitanti dell’area. Circa 4.000 anni fa si produsse sulla terra una pioggia meteorica di 25km di larghezza per 75km di lunghezza provocando l’estinzione della popolazione, la flora e la fauna presenti  in zona; questo avvenimento si trasmise da allora a tutte le generazioni del popolo originario di etnia Moqoit con venerazione per le meteoriti che si pensava fossero dio perché ricche di energia e quindi sacre.
Il parco non e’ che un piccola parte dell’area con presenza di meteoriti ferrose ed a tutt’oggi gran parte della
zona e’ inesplorata per diversi motivi: mancanza di fondi, di interesse, perché di proprietà privata senza permesso dei proprietari e purtroppo i furti delle pietre sono frequenti per essere rivendute in Sud America o all’estero per esposizioni o a collezionisti.
Unico sito di esposizione al mondo a cielo aperto di meteoriti  e qua si trova la meteorite “Chaco” la seconda  più grande al mondo del peso di 37 tonnellate (foto apertura post) ritrovata ad una profondità di 5metri.
Le meteoriti sono massa solida che proviene dallo spazio, frammenti di asteroidi che possono entrare nella atmosfera terrestre attratti dalla forza di gravità della terra; carmen e la meteorite Santiaguena del peso di 7,85 tonnellate.
Il simpatico guardia parco Franco regge una piccola meteorite ferrosa del peso di ben 30kg questo perché e’ composta di ferro e nichel.
Le meteoriti hanno tutte un nome, questa si chiama Adolfo e ci ha ricordato il nostro caro amico di Treviso, ciao Ado.
Quanto rimane del cratere di origine con profondità di 14metri e larghezza di 25metri.
Piccolo giardino all’interno dell’arido parco.
Esemplare di pappagallo “Cotorra” simpatico e chiassone.
Ora ci spostiamo nella regione di Salta per visitare il remoto parco nazionale “El Rey”.

domenica 7 giugno 2015

El Impenetrable (reg. Chaco) – ARGENTINA.



El Impenetrable racchiude circa 4milioni di ettari di terra del nord dell’Argentina e venne chiamato cosi per la difficoltà incontrata dai primi coloni nell’esplorarne la zona con presenza di fitte foreste spinose e scarsita’ di acqua; questi ostacoli ritardarono di parecchio la colonizzazione. Le cittadine e le piste sono scarse ed in questa zona vivono in prevalenza famiglie di  criolli e comunità di aborigeni; qua e’ tutto in movimento: fiumi che si spostano dal loro letto e straripano regolarmente, piogge violente, fitte foreste rigogliose per fortuna ancora intatte  ed abbondante fauna ed avifauna tutta da scoprire. Noi appena abbiamo sentito questo nome ne siamo rimasti subito affascinati, ecco cosi che nasce la decisione di esplorarne una parte, sperando di non incontrare la nostra nemica numero uno: la pioggia.; parte cosi il nostro giro ad anello che inizia e finisce dalla cittadina di Juan Jose’ Castelli portale dell’Impenetrable.
Parque Provincial Loro Hablador.
Arriviamo in questo remoto parco distante da tutto e tutti ed irraggiungibile in caso di pioggia e veniamo accolti da uno staff eccellente di guardia parco che svolgono il loro lavoro con amore (e’ la prima volta che abbiamo questa bella sensazione) purtroppo le infrastrutture sono quelle che sono, la corruzione e’ altissima ed i soldi che vengono destinati ai vari parchi quasi sempre prima di arrivare a destinazione si perdono per strada intascati dai dirigenti e fedeli seguaci. Qua non hanno neppure un fuoristrada ma solo due moto che spesso e volentieri sono guaste e sovente mancano pure i soldi per la benzina, per fortuna lo staff e’ coraggioso e cocciuto e continua a lottare.
Nella foto l’efficiente staff dei guardia parco: da destra verso sinistra Daniela, appassionata a tutto ciò che sono serpenti ragni ed insetti, German, Ezechiele ed Attilio.
Il parco nasce inizialmente come riserva nel 1998 per poi diventare parco provinciale nel 2002, copre una superficie di 30.750 ettari ed e’ stato creato per proteggere i magnifici pappagalli colorati chiamati “loro hablador” che significa pappagallo parlante perché capace di imitare la voce umana. Questo pappagallo non fa il nido ma nidifica all’interno dei buchi degli alberi, questo fa si che per la loro cattura l’albero venga abbattuto, distrutto il nido e prelevati tutti i cuccioli.  Negli anni 80, ogni anno, solo in Argentina vennero strappati dal loro habitat  più di 60.000 pappagalli per essere venduti illegalmente in Argentina ed all’estero (molti anche in Europa sigh!); nasce cosi negli anni 90 il progetto “Ele’” creato da due biologi argentini con lo scopo di istruire i locali a non abbattere gli alberi ma a salire con delle corde in sicurezza, a non distruggere i nidi per il prelievo ma a renderli riutilizzabili per il prossimo anno, alla corretta nutrizione del cucciolo per evitarne la morte prematura e soprattutto a non prelevare tutti i cuccioli ma a lasciarne uno per ogni nido. Insomma visto che per i locali e’ un’importante fonte di reddito e che quindi risulta impossibile fermare questo triste processo, si cerca almeno di renderlo controllato per evitarne il degrado e la distruzione dell’ecosistema.
Questa foto del loro hablador non e’ nostra ma presa da internet unicamente per farvi vedere la sua bellezza, noi ne abbiamo visti molti ma non siamo ancora riusciti a fotografarli da vicino.
Questa foto invece mi e’ stata gentilmente data dai guardia parco e sono cuccioli scoperti in un normale posto di blocco sulla strada provinciale, purtroppo accade frequentemente  e gran parte dei cuccioli muoiono già durante il tragitto
Appena arrivati al parco ci troviamo davanti al serpente “xenodon merremi” o comunemente chiamato “mangia rospi” molto velenoso e quindi pericoloso per la sua morsicatura mortale; e’ stato segnalato dai locali che se lo sono trovati dentro casa, Daniela sta cercando di convincerli a non uccidere i rettili ma di chiamarla che lei li prende e li libera all’interno del parco. Questo esemplare e’ rarissimo perché carente di melanina e di un colore qua mai visto prima, rimane  qua alcuni giorni per riprendersi perché nella cattura e’ stato molestato; la sua particolarità e’ di avere due denti più grandi degli altri ed aguzzi in fondo alla mandibola  per mordere il rospo e sgonfiarlo rendendolo così  più facile da inghiottire.
Stesso serpente trovato dai locali ma di colore diverso, anche lui mai visto prima per il colore anormale con poca melanina.
Due giorni dopo il serpente viene liberato, per noi una grande emozione.
Questo cosino verde anche se non sembra e’ un ragno, io l’ho soprannominato il ragno camuffatore.
Lo chiamano il “bruco bruciatore” perché se lo tocchi ti provoca delle gravi ustioni, si camuffa molto bene tra le foglie e se su un albero ti può anche cadere addosso, meglio  guardare ma non toccare.
Un geco.
Qua non c’e’ elettricità ed il segnale per i cellulari si prende solo all’altezza dove vedete il secchio appeso all’antenna, ecco che i ragazzi si sono organizzati cosi: cellulare nel secchio e con una corda viene issato la in alto in attesa di ricevere o mandare messaggi.
Nel vicinato invece che non hanno l’antenna ma ricevono ad una certa altezza il segnale utilizzano la cima degli alberi come cabina telefonica.
Qua c’e’ solo acqua piovana e di pozzo e nei periodi di secca non se ne spreca neanche una goccia.

Parque Provincial Fuerte Esperanza e la cittadina di Fuerte Esperanza.
Lasciamo il bel parco del Loro Hablador e raggiungiamo la tranquilla cittadina Fuerte Esperanza, all’arrivo facciamo subito provviste di pane e frutta ed andiamo a curiosare nella vicina scuola pullulante di bambini e qua conosciamo la brillante maestra d’asilo Rachel e suo marito Julio direttore della scuola elementare che con grande affetto ci invitano da loro per un bel pranzetto, eccoci qua dunque a brindare alla nostra nuova e bella amicizia.
Questo parco e’ stato creato nel 2000 per proteggere il pregiato albero chiamato “palo santo”
che era in via di estinzione causa la forte deforestazione da parte dell’uomo, copre una superficie di circa 28,220 ettari e comprende anche la cittadina omonima di circa 4.500 abitanti.
Ecco i nostri brillanti guardia parco da destra verso sinistra: Paola, Rosa, Luis e Omar.
Questi ragazzi si stanno dando tanto da fare per sensibilizzare il vicinato a non più cacciare all’interno del parco per proteggere la fauna che vi abita serenamente, dicono però che coi cacciatori il dialogo e’ molto difficile, a non più tagliare piante ma anzi cercare di mantenerle per un equilibrio dell’ecosistema. Stanno cercando di mantenere buoni rapporti col vicinato, fanno educazione ambientale nelle scuole e ci dicono di avere per fortuna un solido appoggio dalla municipalità sempre molto sensibile al discorso natura (che fortuna!) ed in questa settimana alla sera partecipano ad un programma alla radio con diversi temi dell’ambiente, ecco che quindi anche io mi sono intrufolata a parlare dei rifiuti e del riciclo perché qua di immondizia ce n’e’ davvero tanta e non si riesce a diminuire l’uso delle maledette borse di plastica che appena svuotate sono già per terra svolazzanti.
Questo e’ l’orticello del parco che i ragazzi curano con amore, ci dicono però di poterlo seminare solo in inverno perché qua in estate ci sono più di 50gradi e brucia tutto.
Scorpione velenoso vicino di casa.
Questo ragno velenoso ha la particolarità di essere piatto ed infilarsi in tutte le fessure, quelle di casa comprese.
Bruco colorato in attesa di trasformarsi in farfalla.
Il 5 giugno di ogni anno e’ dedicato all’ambiente ed i guardia parco vanno nelle scuole a sensibilizzare ed educare i ragazzi a rispettare la natura,  la sera prima siamo rimasti fino alle tre di mattina a preparare il materiale didattico e Luis ci ha preparato le buonissime crepes con il “dulce de leche”.. slurp!
Festa dell’ambiente e festa dei compleanni di alcuni bimbi della scuola materna, tanti bambini e tanta allegria.
Grazie davvero a tutti per la calda ospitalità.
Mision Nueva Pompeya.
Da Fuerte Esperanza decidiamo di addentrarci ancora di piu’ nell’Impenetrable e dopo una partenza impegnativa con pista interrotta per pioggia
riusciamo a raggiungere la cittadina di Mision Nueva Pompeya dove agli inizi del 1900 i frati francescani italiani costruirono una Missione, percepiamo subito la differenza di popolazione, qui parecchi sono aborigeni ed il contatto e’ più difficile per la loro timidezza.
Qua, come anche a Fuerte Esperanza, nei periodi di pioggia le piste diventano intransitabili e queste cittadine rimangono per giorni o settimane isolate dal mondo intero. Abbiamo conosciuto un’infermiera del piccolo ospedale locale che ci racconta di essere messi veramente male, mancano medicine ed infrastrutture adeguate per curare degnamente le persone e la settimana scorsa e’ morta una ragazza di 15 anni causa la impraticabilità delle strade che ha reso impossibile il soccorso in autoambulanza verso l’ospedale.
Dei locali ci dicono che ora la Missione e’ gestita dalle suore colombiane di Madre Laura che abbiamo la fortuna di conoscere, ci raccontano di essere qua da tre anni e che il loro scopo principale e’ di insegnare alle donne aborigene a lavorare per rendersi indipendenti dai mariti che sempre di più spendono tutto il loro denaro in alcool lasciando la famiglia senza cibo. L’aborigeno ha una cultura completamente diversa dall’uomo bianco e fa molta fatica ad integrarsi con il mondo di oggi, effettivamente ci chiediamo quale sia la cosa più giusta per loro?
Le suore hanno insegnato diversi lavori alle donne Wichi come cucire, ricamare, lavorare a maglia ed ogni settimana viene fatto il mercatino in piazza dove si vende il lavoro, parte del ricavato viene dato alle lavoranti ed il resto si usa per comprare la materia prima. 
Abbiamo giocato coi bambini Wichi.
Bambini Wichi.
Bambini Wichi.
I negozietti sono molto umili e qua i rifornimenti arrivano solo con la pista asciutta.

Parque Nacionale El Impenetrable.
Salutiamo le suorine e gli amici Wichi e ci dirigiamo verso la nostra ultima meta dell’Impenetrable: la estancia Fidelidad ora in fase di trasformazione in parco nazionale El Impenetrable.
Lungo la pista bell’incontro col caimano.
Quando veniamo a conoscenza della triste storia della estancia “Fidelidad” ne rimaniamo parecchio colpiti e quindi facciamo ulteriori ricerche tra i locali per capirne un po’ di più: questa estancia apparteneva ai due fratelli Roseo, di origine italiana, occupa una superficie di circa 250.000 ettari tra le regione del Chaco e Formosa,  ed e’ attraversata a metà dall’agitato rio Bermejo. Da parecchi anni diverse importanti figure avevano messo gli occhi su questa proprietà con intenzione di farne un parco per l’importante presenza di fauna ed avifauna, per la moltitudine di vegetazione chiave della sua biodiversità ed in ultimo il rio Bermejo che con le sue esondazioni ha un ruolo fondamentale per la preservazione dei diversi ambienti e per lo spostamento della fauna durante la stagione secca. I fratelli Roseo però non ne vogliono sapere di questa storia e si oppongono dicendo che non gli interessa; alcuni anni dopo uno dei fratelli muore e rimane Emanuel che a seguito di continue anonime minacce inizia a girare con la guardia del corpo. Il 13 gennaio del 2011 nella cittadina di  Juan Jose Castelli presso la casa Roseo vengono rinvenuti i corpi di Emanuel e della compagna torturati picchiati e strangolati fino alla morte; vengono catturati i presunti assassini ma non si sa ancora oggi chi e’ stato il mandante. A tutt’oggi la storia e’ avvolta da mistero perché sono comparsi dei presunti figli ed una presunta sorella dall’Italia per l’eredita’ ed un avvocato e’  in trattativa per la cessione della terra alla nazione ed alla regione e anche se le pratiche non sono ancora terminate girano già i volantini ed i libri del parco nazionale El Impenetrable. In questi giorni verrà riesumato il corpo di Manuel per l’esame del DNA per verificare la veridicità della testimonianza dei due ragazzi, povero Manuel neanche da morto può rimanere tranquillo.
L’accesso alla proprietà e’ severamente vietato visto tutta la storia, ma io mi sono intrufolata dentro a piedi per curiosare un po’ e mi sono trovata davanti una foresta rigogliosa che andrebbe proprio esplorata con più tempo e cura.. peccato non poterlo fare.